L'illusione di controllo e il pensiero magico nel gioco d'azzardo
- d-gioffre
- 29 ago 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 nov 2022
Uno dei pericoli a cui fare maggiore attenzione, quando si ha a che fare con persone che giocano d'azzardo, è capire se e quanta consapevolezza hanno dei rischi che corrono. Sì perché, spesso e volentieri, il giocatore tende a sottostimare i rischi di determinati giochi o giocate e, per converso, a sovrastimare le proprie possibilità.

Ce lo conferma il dottor Mauro Schiavella, psicologo e psicoterapeuta, cofondatore di Seafrog Technology, e formatore per l'Italia del corso di "Sensibilizzazione Generale sul gioco responsabile e problematico" di Assissa Italia. "L’illusione di controllo è un altro fattore di rischio del gioco d’azzardo: i giocatori possono essere convinti di essere in grado di influenzare il risultato del gioco attraverso la loro conoscenza del gioco e le loro abilità. Se questo è parzialmente vero per i giochi di abilità, pensiamo per esempio al poker, nel quale il risultato è una combinazione tra abilità dei giocatori e alea, questo è totalmente illusorio per i cosiddetti giochi di fuga, come le slot e le lotterie.
In entrambe le tipologie di gioco, però, possiamo osservare dei giocatori che per fronteggiare l’incertezza del risultato e gestire le emozioni sperimentate durante il gioco, come paura, rabbia, tristezza, frustrazione, adottano come strategia il pensiero magico, una modalità di pensiero nella quale attribuiamo un nesso di causa-effetto ad eventi e azioni che in realtà non lo hanno. Per esempio, quando il semaforo è rosso e pensiamo “adesso conto fino a tre e diventa verde!”."
Il dottor Schiavella prosegue nella sua analisi. "Anche nei giochi di abilità come il poker i giocatori possono ricorrere al pensiero magico. Per esempio, quando si è all-in preflop, si vedono uscire in sequenza a pochi secondi le carte del flop, del turn e del river. “Chiamare le carte” che servono per vincere, è un tipico esempio dell’uso del pensiero magico. Questo comportamento presuppone non solo che le carte, o il mazzo di carte, possano in qualche modo sentirci, ma anche che abbiano una intenzionalità che noi possiamo influenzare e una capacità di eseguire un’azione (uscire o rimanere nel mazzo). Anche chiamare le carte non rilevanti per non perdere o addirittura chiamare proprio quelle che farebbero perdere sono esempi di utilizzo del pensiero magico. Quando chiamiamo quelle carte che farebbero perdere, assistiamo ad un passaggio in più nel ragionamento magico: da “se chiamo qualcosa di positivo per me, arriva” a “se chiamo qualcosa di negativo per me, non arriva”.
Questa strategia può aiutare il giocatore ad avere un controllo sulle emozioni: l’illusione di poter
esercitare un’influenza sull’andamento di ciò che invece è del tutto legato alla probabilità (randomizzazione delle carte), può essere utile per gestire temporaneamente l’ansia, generata invece
proprio dalla consapevolezza dell’incertezza insita nel gioco."
Di seguito un estratto del nostro corso, in cui si trattano anche questi interessanti argomenti
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