Perché nel gioco "non c'è tempo da perdere"
- d-gioffre
- 26 giu 2022
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 18 nov 2022
Il modo di dire "non c'è tempo da perdere" è utilizzato nei più disparati contesti semantici, ma nel gioco d'azzardo - e, nello specifico, parlando di gioco problematico - tale espressione può assumere più significati anche di senso opposto.

Nel corso sulla sensibilizzazione nei confronti del gioco problematico, quello del tempo è considerato uno dei fattori di rischio per il giocatore. Ecco un estratto per capire meglio di cosa parliamo.
Abbiamo approfondito l'argomento insieme a Mauro Schiavella, psicologo psicoterapeuta, e formatore per l'Italia del corso di "Sensibilizzazione Generale sul gioco responsabile e problematico" di Assissa Italia.
"Il tempo che intercorre tra piazzare una scommessa e sapere il risultato è considerato cruciale, nel determinare la pericolosità di una determinata azione da parte del giocatore, poiché lo stesso tempo è uno dei fattori di rischio del gioco d’azzardo. Si tratta cioè di uno dei fattori che concorrono ad aumentarne la pericolosità e in particolare il rischio di sviluppare comportamenti disfunzionali fino a una vera e propria dipendenza da gioco d’azzardo, una dipendenza comportamentale come quelle da sesso, da Internet, da shopping compulsivo e da gaming online. Minore è il tempo, minore è l’attesa dell’esito, maggiore è l’incentivo a scommettere di nuovo e quindi il rischio di sviluppare una dipendenza."
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