La noia e la fuga: due possibili molle per le dipendenze
- d-gioffre
- 4 set 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 nov 2022
Nulla è mai banale o scontato, quando si parla di gioco d'azzardo problematico. Per migliorare le proprie conoscenze sull'argomento, e dunque ampliare il proprio raggio di azione e di contrasto/controllo di eventuali fenomeni che potremmo trovarci davanti ai nostri occhi, è il caso di affidarsi sempre a chi ha adeguate competenze scientifiche e un continuo aggiornamento sulle trasformazioni dei comportamenti e del tessuto sociale. Ad esempio, argomenti di cui non si parla molto spesso sono due potenziali molle, che potrebbero spingere una persona verso il precipizio delle dipendenze, compresa quella da gioco.

I concetti di noia e fuga dalla vita quotidiana sono correlati, nel loro essere fattori di rischio per un
giocatore? Tra l'essere annoiati per una vita (professionale, familiare, sociale) piatta e
l'essere insoddisfatti della propria vita (professionale, familiare, sociale) c'è una matrice scatenante
comune? Ci risponde puntuale il dottor Mauro Schiavella, psicologo psicoterapeuta, e formatore per l'Italia del corso di "Sensibilizzazione Generale sul gioco responsabile e problematico" di Assissa Italia.
"Di fronte ai problemi della vita quotidiana le persone reagiscono in modi diversi. Alcune persone
sentono la necessità di fuggire, di cambiare, chi per noia, chi per insoddisfazione, chi per entrambe, e
quindi volontariamente provano comportamenti nuovi o esperienze nuove o riprendono comportamenti che hanno lasciato in loro ricordi piacevoli. Solitamente, infatti, l’inizio di una dipendenza è quasi sempre una scelta volontaria: si prova ad assumere una sostanza, si piazza una scommessa, ci si apre un profilo in un social network che sembra divertente e piacevole. Quindi, per lo meno all’inizio, le persone che poi diventano dipendenti hanno la capacità di fare delle scelte e di esercitare la propria volontà e sono convinte di fare qualcosa che li farà stare meglio, qualcosa di eccitante e piacevole.
Purtroppo, una volta che la dipendenza si è sviluppata, il cervello modifica il suo modo di funzionare e il comportamento della persona è da una parte guidato da una modalità ossessiva di pensiero, che porta la persona a pensare continuamente al comportamento o alla sostanza da cui dipende, e dall’altra il comportamento è caratterizzato da vere e proprie compulsioni, cioè spinte a cercare di procurarsi la sostanza o a metter in atto il comportamento da cui si dipende. Ossessioni e compulsioni diventano così forti, che il giocatore continua a rimanere dipendente nonostante possa essere consapevole dei danni ai quali va incontro: viene a mancare dunque la capacità di esercitare la propria volontà e il giocatore ha bisogno di aiuto da professionisti specializzati per uscire dalla dipendenza."
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